Il secondo viaggio di Colombo – Ricerche&Scrittori

Nessun uomo entra mai due volte nello stesso fiume, perché il fiume non è mai lo stesso, ed egli non è lo stesso uomo.

ERACLITO

Quando ho inserito il personaggio del governatore Diego Colombo nel romanzo “Il conquistatore di Hispaniola” ho faticato non poco a trovare qualche informazione storica utile a inquadrare il figlio del celebre Cristoforo, passato alla storia solo per la realizzazione dell’Alcazar de Colòn, oggi un museo, nella città di Santo Domingo.

Tra le poche notizie utili a connotarne il carattere e la personalità, fondamentali a “reinventare” qualunque personaggio realmente esistito, ho trovato la sua lunga perseveranza nel tentare di recuperare le rendite e i privilegi persi dal padre, morto in disgrazia.

La storia, soprattutto a livello scolastico, è molto noiosa quando ci è presentata come un insieme di date e avvenimenti, ma potrebbe diventare avvincente come un film o un libro di avventura se ci venissero illustrate le ragioni che hanno portato certi uomini a compiere certe imprese, i motivi dell’ascesa e della caduta di un leader, gli scopi reali di una guerra mascherata con la religione o l’ideologia, le esigenze che hanno portato un intero popolo ad emigrare in massa o gli obiettivi di chi tentava, a rischio della vita, di varcare gli Oceani alla ricerca di una nuova terra.

Ho già illustrato le motivazioni di Cristoforo Colombo in un precedente articolo (QUI), in questo e nel prossimo vorrei sintetizzare i motivi della sua caduta dall’Olimpo dei grandi personaggi dell’epoca, di cui non si trova facilmente traccia nei testi.

Dopo la scoperta del Nuovo Mondo, molti banchieri genovesi e fiorentini residenti in Spagna finanziarono una spedizione composta da 1500 persone (soldati e alcuni cavalli, avventurieri, contadini con sementi e maiali) imbarcate su ben 17 navi!

L’ammiraglio Colombo salpò da Cadice il 25 settembre 1493 e arrivò a Hispaniola a tempo di record il 2 novembre dello stesso anno. Esplorò le isole di Guadalupa e Montserrat, poi tornò a Hispaniola ove stabilì lo stanziamento di Isabella. Rimandate 12 navi in Spagna con il compito di ritornare con l’occorrente per le future necessità, mise al lavoro i contadini e i cavatori nelle promettenti miniere aurifere di Haiti. Nel maggio del 1494 ripartì con tre navi alla ricerca di nuove altre isole. Scoprì la Giamaica, ispezionò le coste meridionali di Cuba, ma una malattia, le tempeste, qualche scontro con gli indios Caribe e il deterioramento delle navi lo costrinsero, dopo quasi cinque mesi, a rientrare a Hispaniola dove trovò la colonia nella totale anarchia. Questo passo scritto di suo pugno ai sovrani spagnoli vale più di ogni interpretazione.

Nobilissimi principi,

quando io giunsi qui per la conquista di queste terre, portai molti uomini che insistevano per accompagnarmi, assicurandomi che mi avrebbero obbedito con molto zelo; ma il loro intento era solo quello di arricchirsi, credendo che l’oro si potesse raccogliere a palate e che le spezie si trovassero già belle e ammucchiate sulla spiaggia, pronte per essere imbarcate. Né supponevano che l’oro, così come gli altri metalli, dovevano essere estratti dalle miniere e che le spezie andavano colte dalle piante e preparate …

Qui giunti, constatando che la loro cupidigia non aveva modo di saziarsi, volevano subito tornarsene indietro; e poiché io impedii tale disegno in quanto avrebbe reso impossibile la signoria del paese, essi presero a odiarmi, e senza ragione, solo perché li avevo portati con me, pur avendoli bene avvertiti che io partivo per fare scoperte e conquiste …”

La lettera è molto più lunga, ma questo estratto spiega a chiare linee il contrasto tra l’intraprendente navigatore del Rinascimento e i medioevali coloni spagnoli, del tutto inadeguati ad apportare alle nuove terre energie di lavoro, investimenti di capitali e spirito pioneristico.

Avviata la nuova colonia tra mille problemi, Colombo, esausto, tornò in Spagna nel giugno del 1496 dopo tre mesi di viaggio. Fu accolto a corte con fredda stima, ma nulla di più

Prossimo articolo: Il terzo e l’ultimo viaggio di Colombo

Fonte delle notizie: Federico A. Arborio Mella; Il Messico – Storia, civiltà, cultura dell’America Centrale, Ed. Mursia

Scoprite QUI tutte le ricerche da scrittori!

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