“Di tutte le cose che la saggezza procura per ottenere un’esistenza felice, la più grande è l’amicizia.”
Epicuro
Francisco, Jana e una parte dei protagonisti della prima avventura della trilogia approdano sulla costa atlantica del Messico, paese ancora inesplorato nell’anno 1512. È noto, infatti, che Cortés e i primi conquistadores arrivarono nel 1519, sette anni dopo.
Il lettore che si accosta a “La città perduta degli Aztechi” deve, quindi, dimenticarsi il Messico visto di persona, nei film, nei documentati o sui libri e immaginare di visitarlo prima della colonizzazione in una situazione storicamente e, persino geograficamente, totalmente diversa da quella attuale. In altra sede esporrò il metodo seguito per ricostruire il mio Messico precolombiano virtuale, in questa rubrica illustrerò i nuovi personaggi, amici e nemici, in cui Francisco si imbatterà nella nuova avventura. Trovate QUI il secondo volume.
MIRIAM VICENTE
A me particolarmente cara è la figura di una sua compagna di viaggio, Miriam, una geniale studiosa che Francisco ha arruolato nella spedizione per la sua competenza sui nativi delle nuove terre, sulla storia, i miti e le religioni e, non ultima, la sua abilità nella meccanica delle ricostruzioni e delle riparazioni.

Veggente e dotata di poteri divinatori che non riesce a controllare, Miriam viene presentata ne “Il conquistatore di Hispaniola” come una giovane condannata al rogo per stregoneria dall’Inquisizione solo per la colpa di essere “diversa”. Liberata da Francisco, si aggrega alla sua spedizione dove, spesso, fa da tramite tra l’esploratore e il lettore nello spiegare, al posto del narratore, la storia, la cultura, le tradizioni e, spesso, i riti sconosciuti dei popoli del Nuovo Mondo, diventando fondamentale nell’incontro con la civiltà azteca, ben più grande, affascinante e misteriosa di quella, piuttosto primitiva, incontrata sulle isole caraibiche. Qui, in un mondo dove naturale e soprannaturale, uomini e Dei, strategia e sortilegi si fondono spesso tra loro come due lati di una stessa medaglia, Miriam intraprenderà un percorso che la porterà, nel terzo capitolo della trilogia tra gli altrettanto misteriosi Incas, a scoprire le sue origini e la sua identità e a trovare, finalmente, il suo posto nel mondo.
Da questo passaggio de “La Città Perduta” si evince il tormento interiore della giovane che, pur possedendo poteri straordinari, vorrebbe solo vivere come una persona normale.
Durante un dialogo nel capitolo 1, Francisco le dice:
“Stai parlando dell’ultima tua visione? Sembravi posseduta dal demonio”.
“Ho paura, Francisco!”
“Se ho capito bene, una divinità dei nativi ti ha indicato il luogo dove i Caribe volevano sacrificare la nostra interprete”.
“La Dea mi ha portata nell’aldilà a parlare con l’anima della prima vittima sacrificata sull’Isla de Alto Velo più di un secolo fa”.
“Sembra pazzesco, ma hai parlato con i morti”.
“Forse non sbagliarono a processarmi e condannarmi al rogo per stregoneria”.
Gocce di lacrime trasparenti scivolano dal suo volto pallido. Francisco ribatte:
“Ti definiscono strega perché sei un pericolo per i detentori del potere materiale e spirituale, che vogliono il popolo ignorante e bue”.
Scoprite QUI gli altri conquistatori…