L’Egitto è un paese la cui terra fertile produce tantissimi farmaci, e dove ogni persona è un medico.
Omero
I prodotti vegetali comprendevano una grande quantità di piante, sia quelle di uso alimentare di facile reperibilità, sia quelle selvatiche. Attraverso lo studio dei papiri sono state finora elencate circa 160 piante utilizzate nella farmacopea egizia, tuttavia solo il 20% di esse è stato identificato con certezza. In questo articolo tratterò le più note.
Una pianta certamente nota in Egitto era la mandragora, con effetti analgesici essenzialmente legati alla presenza di due sostanze: l’atropina e la scopolamina. Come anestetico, naturalmente in dosi minime essendo la pianta molto velenosa, si usava il guscuiamo che contiene scopolamina, potente sedativo del sistema nervoso centrale.
Tutta la classe dei Sempreverdi, gli alberi considerati da sempre simbolo d’immortalità,
dalle resine intensamente profumate, dal legno incorruttibile e molto duraturo, sono depurative, astringenti, remineralizzanti, antiemorragiche, diuretiche, antireumatiche e antisettiche.
Gli antichi Egizi utilizzavano in particolare, il Pino Marittimo e il Cedro del Libano.
Il Pino era di fondamentale importanza nei processi di purificazione. La resina del Cedro, importato in grandi quantità, era utilizzata come ottimo rubefacente (medicamento che determina una congestione intensa e passeggera della cute) contro i dolori articolari, ma anche come antisettico e balsamico delle vie respiratorie, ad esempio nelle bronchiti catarrali, riducendo l’irritazione e la tosse e aumentando la secrezione di muco fluido.
Dalla sua resina, inoltre, si ricavava un unguento molto profumato che serviva nel processo della mummificazione.
La Salvia possiede una moltitudine di effetti terapeutici, innanzitutto perché agisce su tutto il gruppo ipotalamico e rinvigorisce l’intero organismo.
L’Aglio era noto per le sue proprietà antinfiammatorie, cardiotoniche, riequilibranti della pressione arteriosa, delle funzioni tiroidee e dei disturbi degli organi femminili. Erodoto racconta che gli operai egiziani addetti alla costruzione dei grandi monumenti, ricevevano ogni giorno uno spicchio d’Aglio, per le sue proprietà antisettiche e toniche, e in effetti, l’Aglio è uno dei più potenti antisettici e batteriostatici che vi siano in natura.

Altra pianta particolarmente usata era il Cumino, tipica della flora egiziana. Si utilizzano i suoi frutti per stimolare le funzioni gastriche. Molto usata nelle ricette egizie è l’Uva, sia fresca, usata ad esempio nella cosmesi degli occhi, che secca.
La Vite è un importante rimedio per la circolazione venosa, le sue foglie infatti proteggono i vasi, sono antinfiammatorie, depurative e diuretiche, inoltre il succo che esce dalla pianta quando si recide un ramo era utilizzato per la cura degli occhi.
I datteri della Palma e i loro noccioli entrano nella composizione di molte ricette, oltre che nella fabbricazione della birra. Questi frutti possiedono un elevato contenuto di vitamina A, indispensabile
per il corretto funzionamento della vista, inoltre hanno proprietà emollienti e decongestionanti. Molto usata era anche la Valeriana, una pianta che agisce in particolare sul sistema neurovegetativo,
possedendo un effetto sedativo e antispasmodico.
La Verbena, presente in varie ricette, stimola la lucidità mentale oltre ad avere proprietà analgesiche
depurative, antireumatiche e disinfiammanti. Il Sicomoro, un albero simile al Fico, era chiamato “l’Albero della Vita”. Gli Egizi ne utilizzavano le foglie contro l’ittero e il veleno dei serpenti, i frutti (ricchi di minerali come potassio, calcio, fosforo e magnesio)
e il lattice contro la dissenteria, la tosse e le infezioni della gola.
Fonti: Manuale di Storia della Medicina di G.Fornaciari e V. Giuffra – ilmondodiaura
Il dottor Ibanez #3 – la medicina egizia: sostanze di origine animale
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Molto interessante e istruttivo
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