El Sombra – i Conquistatori

“La sostanza degli ambiziosi è l’ombra di un sogno. Un sogno non è che un’ombra. Davvero e l’ambizione la ritengo di natura così aerea e leggera da essere soltanto l’ombra di un’ombra.”

William Shakespeare

EL SOMBRA

Da “Il conquistatore di Hispaniola”

Il personaggio di Sombra viene nominato durante un dialogo tra Francisco e Jana.

“Ti prometto che sarai libera di fare ciò che vorrai, quando la nostra missione sarà terminata”.

“Grazie, ma sarò veramente libera solo se non ritornerò mai più in Spagna. Certi delitti non si cancellano e io sarò sempre per tutti la Loba, una famigerata criminale ricercata dalla giustizia”.

“A proposito di criminali, dove hai imparato a mimetizzarti in quel modo come un fantasma?”

“Risposta facile, quando divenni fuorilegge mi aggregai alla banda del Sombra, lo conoscete?”

“Ma certo, il bandito più pericoloso di Spagna”.

“Lui fu il mio maestro di mimetismo, il migliore, e io imparai piuttosto bene. Comunque non rimpiango quella vita, né quel figlio di puttana e i suoi uomini…”.

Nessun uomo intelligente saprebbe resistere alla curiosità di sapere in che modo la bella donna che lo accompagna si sia trasformata in un’atleta formidabile in grado di combattere, correre e mimetizzarsi meglio dei soldati e delle spie di mestiere.

Allo stesso modo, un lettore attento non può certo credere che Jana sia una prozia di Wonder Woman o della donna bionica. Per questa ragione, il naturale interesse di Francisco per la donna di cui si sta innamorando è stato il mezzo con cui ho illustrato al lettore, cammin facendo, l’origine delle tante abilità di Jana.

Dal dialogo, viene accennata l’esistenza di un maestro dal soprannome inquietante di Sombra (in spagnolo significa “ombra”) a cui Jana deve la sua alta conoscenza delle abilità guerresche, ma di cui non ha conservato, a essere gentili, un buon ricordo.

Da “La città perduta degli Aztechi”.

Il personaggio viene citato, per la seconda volta nella trilogia, in un dialogo tra Jana e il dottor Ibanez

“Sono venuto a cercarti a quest’ora di nascosto perché qualcosa non va. Ho fatto un controllo alle cucine” racconta Alberto schiarendosi la voce.

“Ne hai fatti molti in questi giorni, sei ingrassato” commenta Jana.

“Non è vero… comunque, ho trovato queste foglie tra la verdura arrivata ieri. Osserva bene la foglia nella mia mano: ha una nervatura centrale robusta e prominente, mentre la lamina è lanceolata e acuta all’apice. La riconosci?”

“Mi ricorda molto la foglia di una pianta mediterranea velenosa che i miei amici della banda di Sombra facevano brucare ai cavalli dei soldati”.

“Ottima memoria! Noi curanderos delle campagne conosciamo bene questa porcheria, la chiamiamo yerba mala”.

Questo minimo cenno all’antico maestro di Jana serve a ricordare in qualche modo al lettore non solo la sua importanza nel passato criminoso della donna, ma anche il suo status di “ombra”, intesa come un’entità da cui è impossibile liberarsi, proprio come le ombre inseparabili di ciascuno di noi.

Sarebbe stato un errore, dunque, non fare apparire questo bieco individuo in carne e ossa nel romanzo conclusivo della trilogia.

Da “L’arma segreta degli Dei”.

Jana e Sombra sono di nuovo faccia a faccia.

Vedendo un’ombra lunga e familiare proiettata attraverso la porta appena aperta, Jana non ha alcun dubbio sull’identità del visitatore.

“Sombra! Che cosa ci fai qui?”

“Sei sempre più bella, mia cara. Hai fatto un patto con il diavolo?”

Si siede con naturalezza di fianco a lei e accende un lume per vederla meglio.

“La tua pelle si ripara in modo davvero sorprendente, non me lo ricordavo. Da quanto tempo non ci vediamo? Quattro o cinque anni?”

“Sono sei!” Sombra le tocca la mano, ma lei la ritrae di scatto per non cadere nella tentazione, in un momento di debolezza come quello, di concedersi all’ex amante che l’aveva resa una guerriera formidabile, ma che le aveva anche rovinato definitivamente la vita.

Sombra, sgherro tuttofare dell’inquisitore Beaumont, non rappresenta solo un terribile nemico e un servitore del male, ma anche la testimonianza vivente di un turpe passato che Jana sta cercando di dimenticare. Da questo colloquio con Miriam si evince tutta l’angoscia arrecata dalla comparsa di questo individuo nella sua vita.

…Miriam prende le mani dell’amica tra le sue.

“Tu hai sempre parlato di Sombra come il capo di una banda di fuorilegge di cui facevi parte. Hai detto che ti ha addestrato, ma non hai mai detto che eravate amanti. Per questo sei così tesa e poco lucida quando lo incontri?”

“Non provo più nulla per lui, Miriam, amo solo Francisco e nessun altro, lo giuro” obietta Jana, di nuovo in lacrime.

“Questo lo so, cara, ma, a mio parere, Sombra, ti ha insegnato molte cose che ti hanno reso fortissima, ma ti ha subdolamente instillato qualcos’altro che ti rende estremamente vulnerabile”.

“E sarebbe?” chiede Jana, sempre più singhiozzante e disperata.

“La paura di lui! La consapevolezza, errata, che lui ti è e ti sarà sempre superiore, e sai perché lo ha fatto?”

“Perché quello sporco bastardo sapeva già fin dall’inizio che un giorno saremmo diventati nemici”.

“Sapeva bene che sei molto diversa da lui! Ha instillato in te una soggezione che ti porta a sbagliare e a cadere nelle trappole che lui puntualmente ti prepara”.

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