In viaggio la cosa migliore è perdersi. Quando ci si smarrisce, i progetti lasciano il posto alle sorprese, ed è allora, ma solamente allora, che il viaggio comincia
Nicolas Bouvier

Il capitolo II, dal titolo Tenerife, è l’unico del romanzo ambientato alle Canarie, appartenenti alla Spagna dalla seconda metà del 1400. Molti le conoscono come luogo di villeggiatura ma pochi ne conoscono la storia, affascinante e spesso misteriosa
La storia dell’arcipelago delle Canarie va di pari passo con la scomparsa del suo popolo autoctono: quello dei Guanci.
La loro origine è per lo più incerta, ma si pensa che fossero arrivati dal continente africano e che facessero parte di un ramo dei Berberi. Ancora oggi però non si hanno prove certe sulla derivazione berbera dei Guanci. Il primo a testimoniare la presenza di queste popolazioni nelle isole, fu Plinio il Vecchio, secondo cui i Cartaginesi, durante le loro esplorazioni dell’arcipelago, si erano imbattuti in questi abitanti e oltretutto in moltissimi resti di edifici imponenti. Le piramidi di Guimar a Tenerife, importantissimo punto di partenza della ricerca dell’arma segreta degli Dei, non sono citate dallo storico romano, ma secondo taluni potrebbero rientrare in tali edifici.
Ai Romanisi deve il nome Canarie, dal latino Canis, coniato da Plinio per la presenza di grossi canidi sul territorio isolano.
Dopo la caduta dell’impero romano l’arcipelago fu tagliato fuori da ogni contatto con l’Europa! La riscoperta delle Isole Canarie avvenne solamente intorno al XIII secolo grazie ai numerosi viaggi sulla costa nord-ovest dell’Africa.
Il primo contatto dei popoli autoctoni con gli europei avvenne precisamente nel 1336 in una spedizione portoghese al comando del genovese Lanzarotto Malocello, ricordato dallo stesso Francisco nel capitolo terzo. Successivamente giunse sulle coste canarie anche Angiolino de Corbizi per conto del Re di Portogallo, Alfonso IV. Una spedizione dei catalani avvenne solo un anno più tardi. Gli esploratori prima portoghesi e poi spagnoli poterono contare su uno dei testi più importanti mai stesi riguardo all’arcipelago, ossia il De Canaria et insulis reliquis ultra hispaniam noviter repertisscritto da Giovanni Boccaccio.

In questa opera vengono descritti i Guanci e oltretutto viene analizzato anche il loro sistema di ragionamento e di comunicazione. Secondo questo testo, i Guanci parlavano lingue differenti in base alla loro isola d’appartenenza, conoscevano la navigazione e avevano usi e costumi probabilmente dissimili da isola a isola! Quelli descritti da Boccaccio (abitanti dell’isola di Gran Canaria) erano privi di vestiti, a eccezione dei capi che indossavano abiti di pelle caprina, avevano lunghi capelli biondi e sopravvivevano grazie all’allevamento e all’agricoltura. Con la conquista dei Castigliani attuata tra il 1464 e il 1496 i Guanci furono quasi totalmente sterminati.
PIRAMIDI DI GUIMAR
Le Piramidi di Guimar, che si trovano nell’omonimo comune nel sud-est di Tenerife, rappresentano un vero mistero, forse più delle piramidi egiziane. Nessuno è ancora riuscito a trovare una spiegazione della loro utilità, ma soprattutto nessuno riesce a capire da chi sono state costruite. Le piramidi sono orientate astronomicamente per proiettare il loro cono d’ombra durante il solstizio d’estate e d’inverno. Il mistero viene dal fatto che i Guanci, le antiche popolazioni delle Canarie, non erano affatto un popolo evoluto, anzi. Vivevano nelle caverne, si sostenevano con la pastorizia ed usavano indumenti fatti con pelle di capra. Quando iniziò la colonizzazione delle Canarie a opera degli spagnoli, i Guanci erano l’unica popolazione europea ancora ferma all’età della pietra. Come avrebbero potuto costruire delle piramidi così sofisticate e così simili a quelle trovate in Egitto, Mesopotamia e Sudamerica?

Fino al 1991 si credeva che le piramidi fossero semplici mucchi di pietre accatastati dai contadini ai margini dei campi durante gli anni in cui le Canarie divennero un luogo privilegiato per l’allevamento a terra della Cocciniglia, un insetto da cui si estrae un colorante rosso vivo, usato nella moda, nei cosmetici e negli alimenti.
Nel 1991, invece, il grande esploratore Thor Heyerdahl dimostrò che le costruzioni non erano involontarie ma risultato di un progetto complesso, costruite con pietre laviche lavorate, e, soprattutto, orientate astronomicamente. Quale luogo poteva prestarsi meglio per nascondere un’antichissima stele la cui traduzione avrebbe portato alla scoperta dell’arma segreta degli Dei?
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