Che tutti coloro che desiderano confessare le loro malefatte ed accettare di abbracciare la vera chiesa si convertano ora o in eterno brucino all’inferno perché ora ha inizio l’Inquisizione!
La pazza storia del mondo
L’Inquisizione Spagnola
Da “Il Conqustatore di Hispaniola” – capitolo XXII
Durante il suo turno, Francisco si sistema su una roccia piatta vicino al fiume…
… la sua memoria torna a un giorno di pioggia, all’esterno della cattedrale di Guadalajara. Stava aspettando l’uscita di sua madre dalla Messa quando sentì, dietro di sé, la voce profonda e cavernosa di Alain Beaumont (capo dell’Inquisizione ndA).
“E così siete stato graziato. È la fine di un incubo o l’inizio di uno peggiore?”
Pensavo foste ad Avila, maestro Beaumont”.
“Passavo di qui. Ho saputo che avete ottenuto anche la grazia per alcune persone già condannate dal mio tribunale per gravi crimini in attesa dell’esecuzione”.
“Mi dispiace molto per voi. Partiranno tutti con me per il Nuovo Mondo”.
“Oh no, mio giovane amico, sono io a essere molto dispiaciuto per voi. Pregherò per la salvezza della vostra anima dalle insidie del vostro lungo viaggio, da cui dovrete sempre guardarvi”.
“Non vi capisco. Cosa intendete dire?”
“Che avete scelto di viaggiare con il demonio e questo non vi porterà che sciagure … La morte vi accompagnerà per tutto il viaggio”.
L’Inquisizione è la vera nemesi di Francisco de Mendoza per l’intera trilogia, come il malvagio impero galattico nella prima trilogia di Star Wars. Si tratta di un nemico spesso invisibile, ma sempre presente, un’organizzazione guidata da un maestro del male travestito da pastore di anime, Alain Beaumont, immaginario successore del famigerato Torquemada, morto una decina di anni prima dei fatti descritti nel romanzo. Francisco impiegherà due romanzi a scoprire il vero significato dell’ultima frase del suo acerrimo nemico.
A quali insidie alludeva? A quelle naturali? Alle feroci popolazioni primitive del Nuovo Mondo? Al gran numero di delinquenti di ogni genere fuggiti nelle Americhe per scampare alla Giustizia? Oppure, chissà, alla presenza del demonio sotto le sembianze di un compagno o compagna di viaggio? L’ombra dell’Inquisizione aleggerà sul manipolo di conquistatori fino a un tragico epilogo ne “La Città Perduta degli Aztechi”.

El Exorcista
Da “La Città Perduta degli Aztechi” – capitolo III
“ … Ha circa quarant’anni, è un Inquisitore e si dice sia stato un pupillo di Torquemada quasi quanto il monaco nero Alain Beaumont. È albino e gira incappucciato per ripararsi dal sole cocente. Non è spagnolo ma di origini ungheresi, il suo nome è Bela Raznic ma tutti in Spagna lo conoscono come El Exorcista”.
(racconto di Miguel Sicher a Francisco e ai compagni)
Miriam impallidisce fino quasi a svenire. Jana la sorregge con prontezza.
“Cosa c’è, cara? Stai male? Hai una delle tue crisi?”
“No, Jana. Ho molta paura. El Exorcista è il giudice dell’Inquisizione che mi processò per stregoneria e mi condannò al rogo”.
Scende di colpo il silenzio, denso e pesante.
Dal capitolo VI
… Francisco arriva velocemente ai margini della palude fino alla costa dove lo attende la visione raccapricciante del villaggio olmeco in fiamme. Molti abitanti giacciono a terra, alcuni mutilati orrendamente. I superstiti, tra cui i vecchi, le donne e i bambini, tentano disperatamente di sottrarsi alla furia omicida di una banda di assassini armati di spada, che indossano cotte di maglia nere e lunghi mantelli di uguale colore
… una figura alta e incappucciata vestita di un lungo saio nero si leva il copricapo mostrando un viso albino e radi capelli biondi.
“Trovate Miguel Sicher e portatemelo vivo!” urla ai suoi uomini, passando a fil di spada un povero vecchio olmeco disarmato che chiedeva pietà”.
Il personaggio di “El Exorcista” compare inizialmente nei tragici ricordi di Miriam, non dettagliati ma sufficienti a generare angoscia. In seguito, il bieco individuo viene presentato attraverso un’azione spregevole, la prima di tante con cui delizierà i lettori per tutto il romanzo. Si tratta del classico fanatico religioso, presente in ogni religione ed epoca, che usa la spada per imporre la sua fede, non disdegnando di fare strage di coloro che considera animali o peggio. A differenza di Lucrecia Huerta, la “cattiva” di Hispaniola, non prova sentimenti di affetto di alcun tipo verso il prossimo e il colore albino della sua pelle è la perfetta metafora della freddezza della sua anima.
Rappresenta l’aspetto più brutale dell’invasione, della dominazione e dell’imposizione delle proprie idee sulla altrui cultura, un personaggio estremo in grado di portare chi lo combatte a commettere atti di cui non si riteneva capace.
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