Storia e Archeologia

Qualsiasi evento storico, per quanto nefasto possa essere, è sempre posto su di una via che porta al positivo, ha sempre un significato costruttivo.

sant’agostino

Abbiamo chiesto all’autore quale sia la storia de Il conquistatore di Hispaniola, la sua risposta: Il romanzo è ambientato a Hispaniola, l’isola costituita dagli attuali stati della Repubblica Dominicana e di Haiti. Lo sfondo storico è l’anno 1512, venti anni esatti dopo la scoperta dell’America e dell’isola stessa. In quegli anni, Hispaniola era una colonia del regno di Spagna e Santo Domingo, sede del governatore, era la sua capitale. Il protagonista, Francisco de Mendoza, al comando di una piccola spedizione diretta nel Messico ancora sconosciuto, si ferma a Hispaniola per fare riparare la nave danneggiata da una tempesta. Questa banale sosta di qualche giorno si trasformerà in una lunga avventura in cui dovrà affrontare, con l’aiuto dei suoi compagni di viaggio, insidie e pericoli di ogni genere.

Ma come parte la passione per la storia? Siamo tutti affascinati dall’antichità e in questo ci ritroviamo nelle parole dell’autore: Ho sempre amato la storia, ma mi sono sempre rifiutato di imparare le date a memoria o studiare il decorso dei singoli eventi senza capirne le cause e le motivazioni, le molle che hanno spinto l’umanità a fare determinate cose in determinati periodi.

Mappa della scoperta del Nuovo Mondo

Quali verità storiche troviamo ne Il conquistatore di Hisapaniola? In primo luogo, i libri di Bartolomé De Las Casas, lo spagnolo vescovo cattolico impegnato nella difesa dei popoli nativi nel Nuovo Mondo al tempo dei conquistadores. I popoli dei caribe e dei taino (cliccate QUI per saperne di più), anche se i riti e le credenze descritte sono frutto di un meticoloso lavoro di fantasia dell’autore. E quale altra verità storica se non la presenza incombente dell’Inquisizione Spagnola e delle rivalità tra i popoli e i nuovi conquistatori delle Indie?

Ci ricorda l’Enciclopedia Treccani: In Mesoamerica e nelle Ande Centrali al momento dell’invasione spagnola, agli inizi del XVI secolo, vi era una serie di società complesse tecnologicamente assai progredite, organizzate in città, stati e imperi, appare evidente che il termine “preistoria”, nell’ambito dell’archeologia americana, non fa riferimento ad alcuno specifico stadio di evoluzione culturale, né rimanda ad alcuna particolare fase cronologica, se non all’intero arco temporale di sviluppo autonomo dei popoli nativi, prima che con l’avvento della cultura occidentale si cominciasse a produrre e a tramandare relativamente ad essi documentazione scritta “di tipo alfabetico”.

Per vivere le avventure di Francisco de Mendoza cliccate QUI.

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