Byron e Anna Molinari in “Intrigo a Milano”

Il grande oggetto della vita è la sensazione – sentire che esistiamo, anche se nel dolore.

George Gordon Byron

Da Intrigo a Milano, capitolo XI

IL PRIMO INCONTRO (alla centrale di polizia ).

Ridi sempre quando puoi. È una medicina a buon mercato.
George Gordon Byron.

Anna Molinari rischia un colpo apoplettico per l’inatteso incontro con lord Byron alla centrale di polizia.

Ziani ritira un telegramma dalla sua mano tremante.

È scritto con abbreviazioni che non capisco, cosa dice?»

«Bolza ha iniziato a esplorare alcune cave di marmo esaurite in una zona ricca di mica alla ricerca di qualche indizio. Posso avere un vostro autografo, sir?»

«Bolza vuole un mio autografo e mi chiama sir

«Scusate, signore, mi rivolgevo a lord … Torno in archivio!» balbetta la Molinari.

Riesce a lasciare l’ufficio incolume sebbene scambi la porta per il muro.

Dal capitolo XX

IL SECONDO INCONTRO ( alla festa della contessa Irina Varga ).

L’alta società è un’orda sofisticata composta da due potenti tribù: i noiosi e gli annoiati. George Gordon Byron.

Ziani, sorseggiando dello champagne, si rivolge all’imbronciata Molinari.

«Cosa ti è successo? Zoppichi?»

«Ho preso tre pestoni ai piedi e quattro calci nelle caviglie uno dietro l’altro.»  ( dal dottor Vercesi con cui ha ballato NDA ).

Nello stesso istante Lord Byron si avvicina al tenente per complimentarsi. ( per il ballo di Ziani con Irina Varga NDA ).

«Vi siete esibiti in una danza sublime, degna di un’ode del mio amico Shelley.»

«Vi ringrazio. Mi sembrate piuttosto annoiato, non vi state divertendo?»

«Non molto, ma le cose potrebbero cambiare. Non mi presentate a questa deliziosa signorina bionda?» chiede Byron, indicando la Molinari.

«In realtà l’avete già conosciuta alla sede di polizia, quando stava scambiando il muro per la porta.»

«Volete dire … signorina, la vostra trasformazione nell’angelo che vedo qui davanti a me è straordinaria!»

«Siete molto cortese e mi fa piacere rivedervi qui stasera.»

«Posso invitarvi a questo ballo? Mi fareste un grande onore.» propone il poeta.

«Mio signore, scusate, voi volete invitare … proprio me?»

«Non sono il vostro signore, ma il vostro umile servo. Mi concedete l’onore?»

«L’onore è mio, Lord Byron.» risponde la Molinari.

Prende la sua mano e si lascia condurre, estasiata, nelle danze. Vercesi la osserva con il muso lungo.

«Che fa quella stupida? Va a ballare con quel poetucolo dandy da strapazzo?»

«L’ha invitata con garbo e gentilezza, inoltre non tira calci.» osserva Ziani.

«Quante storie per qualche calcetto. È lei che non si fa condurre.»

«Mi sembra che in questo momento si lasci portare bene, fa pure le giravolte.»

Dal capitolo XXIX.

(in una cascina fuori Milano ).

L’amore è una cosa a parte nella vita dell’uomo, la vita intera per la donna. George Gordon Byron.

Byron, ridendo, riprende a scrivere quando vede giungere alle sue spalle Anna Molinari con una lunga vestaglia azzurra che ne risalta il seno prosperoso. Il poeta le porge una sedia vicina e le offre parte del caffè rimasto nel bricco. Lei accetta con l’aria di chi non ha chiuso occhio tutta la notte.

«Anche tu soffri di insonnia, my darling?» chiede Byron.

«No, ma ho dovuto studiare tutte le mappe catastali requisite in Comune per trovare quella relativa alla villa nella quale, secondo quel Gainatt, si cela il laboratorio segreto dell’organizzazione.»

«Sei molto brava e … you are lovely.» sussurra Byron. Le prende una mano tra le sue, ma lei la ritrae di scatto.

«No, George, so come andrebbe a finire e io non me la sento.»

«Capisco, non vuoi comprometterti con uno … come dite in Italia? Sciupafemmine.» Lei lo accarezza sulle guance con affetto quasi materno.

«Non è per questo, ma per un altro motivo; io credo che il tuo interesse per me in questo momento sia sincero, come lo fu per Irina all’epoca in cui le facesti la corte e come fu per tutte le donne della tua vita.»

«E allora qual è il problema?» La Molinari, arrossendo per l’imbarazzo, dice:

«Cerco qualcosa che non puoi darmi. Posso essere sincera senza offenderti?»

«Ti prego.» risponde il poeta, incredulo per essere stato rifiutato.

«Credo che il tuo interesse per ogni donna o uomo con cui ti accompagni sia sincero, ma non è amore. I tuoi impulsi sono l’attrazione, la curiosità, la conquista, la scoperta di nuove sensazioni. Niente di tutto ciò è amore.»

«Quindi, a tuo parere, io non avrei mai amato nessuno.»

«Ti sbagli, sei innamorato pazzamente di una sola persona da molti anni.»

«Una sola? Non mi conosci affatto, baby. Chi sarebbe?»

«Tu, mio caro George.» risponde la Molinari, lasciandolo per la prima volta in vita sua senza parole.

Esco solo per darmi di nuovo voglia di essere solo.

George Gordon Byron.

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