L’amicizia è amore senza le sue ali.
George Gordon Byron
Da Intrigo a Milano, capitolo XIV
Lontana dall’eco dei tumulti e immersa completamente nei tarocchi, Irina Varga riconosce il modo di bussare secco e ritmato di Bleda ( un omone ungherese, sua guardia del corpo NDA ).
«Lord George Gordon Byron chiede di voi, signora contessa.»
Il tempo di richiudere le carte e il nobiluomo viene fatto accomodare.
«Spero di non essere inopportuno, Irina.» dice, baciandole la mano.
«A cosa devo il piacere della tua visita, George? Hai un’aria preoccupata!»
«Non è in questa città che ritroverò la mia musa ispiratrice. Devo andarmene.»
«Dove pensi di andare, George?»
«A Venezia, città con una grande storia e un grande porto ma poco frequentata dagli inglesi. Shakespeare vi ha ambientato due capolavori come l’Otello e Il mercante di Venezia e io potrei realizzare un’opera a cui sto lavorando da parecchio tempo, il Don Juan.»

«Mi pare un’ottima scelta, ma io come posso esserti utile?» chiede lei retoricamente, avendo perfettamente capito lo scopo della visita di Byron.
«Vedi, mia cara, da quando mia moglie mi ha lasciato le mie sostanze sono andate incontro a un vero e proprio tracollo. Qui a Milano sono stato ospite del Marchese di Breme che già conoscevo, ma a Venezia …»
«Capisco e credo di poterti aiutare, George» risponde Irina sorseggiando il tè.
Vedendo gli occhi di Byron illuminarsi di colpo, espone la sua idea.
«Se io fossi in te cercherei la dimora ideale non in un hotel, ma in una casa privata e poco nota. Per avere la tranquillità, non devi dare nell’occhio.»
«E tu sapresti darmi un indirizzo del genere?»
«Certo; è una casa tranquilla in Piscina della Frezzaria, a San Moisé, ideale per chi vuole vivere un periodo in incognito. La casa, che ha un approdo sul canale, appartiene a Pietro Segati, un noto mercante di stoffe mio amico e … debitore.»
«Ah, un mercante di Venezia! Mi sembra un ottimo inizio. Accetterà?»
«Ne dubiti? Gli scrivo subito una lettera che spedirò oggi stesso via corriere.»
«Ma non pretenderà una libbra della mia carne, spero.»
Irina, scoppiando a ridere, posa la tazza di tè sul tavolo e risponde: «Il tuo Shylock ha una bella mogliettina, di una rara avvenenza orientale.»
(Marianna Segati, NdA, raffigurata nell’immagine qui sotto con il poeta).

«Irina, sei un angelo. Non so come ringraziarti.»
«Lo hai già fatto deliziandomi con le tue rime, amico mio. Prima di partire, però, parteciperai al mio ricevimento qui a Palazzo del trenta ottobre.»
«Ci saranno inglesi al ricevimento?»
«L’ambasciatore Lord Montague. Per il resto, solo italiani, austriaci e francesi.»
«Non sopporto Montague! Gli austriaci sono noiosi, i francesi supponenti tanto quanto noi inglesi e gli italiani inadeguati alla mia compagnia. Da quando sono a Milano ho incontrato un solo italiano davvero degno di me.»
«Chi? Qualche critico letterario?»
«Dio me ne scampi e liberi! Tu non ci crederai, ma l’uomo a cui mi riferisco è la prova vivente che al mondo si può trovare qualcosa di straordinario in gente insospettabile. Il suo nome è … non ricordo, comunque è un policeman.»
«L’oberleutnant Ziani? Sarebbe il perfetto eroe di un tuo poema, George!» risponde Irina con lo sguardo perso nel vuoto per un solo brevissimo istante.

Scoprite Intrigo a Milano QUI