Lo abbiamo visto nello scorso articolo (QUI): il nuovo romanzo di Giovanni Mandruzzato (dal titolo ancora segreto) avrà come protagonista Lucrecia Huerta che abbiamo già incontrato nella trilogia delle avventure del Nuovo Mondo (QUI).
Oggi cercheremo di conoscerla meglio attraverso le sue stesse parole…
Da Il conquistatore di Hispaniola
Lucrecia, una donna decisa…
“Verrà il giorno che ti ritroverai nel profondo dell’inferno!”
“Ma io vengo proprio da lì, mia cara!”
“Quando ci consegnerà il carico di armi, il capitano Stern avrà ciò che gli spetta. A lui e ai trafficanti suoi amici darò delle garanzie tali da lasciarli tutti senza parole”.
“Ne sei certa?” Chiede Carmen.
“Certissima. I morti non parlano!” esclama con voce sepolcrale Lucrecia vuotando il bicchiere di acquavite direttamente nel falò. Un’improvvisa fiammata si sprigiona verso il cielo tingendo la falce di luna calante del colore del sangue.
“Le armi sono a posto. Cosa facciamo dei contrabbandieri, Lucrecia?” chiede Carmen, con gli occhi sbarrati e con il viso più pallido del solito.
“Uccideteli tutti! Mettete la testa di questo idiota in una cesta e speditela con i miei omaggi a Ponce de León. Portate il corpo, con gli altri cadaveri, a bordo”.
“A bordo? Non dobbiamo seppellirli?” chiede la virago.
“Anche gli squali hanno il diritto di fare festa stanotte”.
“Butta lo spiedo a terra lontano da te” sibila la donna.
Con movimenti lenti, Francisco getta la toledo sul pavimento.
“Ora puoi sederti. Hai fame? C’è un buon piatto di carne salata. Anche l’acquavite non è male, non fare complimenti!”
“È l’ultimo pasto del condannato?”
“È un ruolo che non ti si addice, tu riesci sempre a sfuggire alla morte” risponde Lucrecia mentre si sfila il mantello.
“Spero di non averti delusa”.
“Al contrario. Sei un uomo abile, intelligente e bello. Merce rara”.
“Sei molto bella anche tu. Una bellissima anima nera”.
“Non sono la più nera delle anime”.
“Ti crederei, se non sapessi di cosa sei capace”.
Da L’arma segreta degli Dei
Lucrecia affronta un viaggio e sembra… diversa.
“Dovremo stare attenti, Beaumont ha sicari e spie ovunque. Io stessa fui una di loro, tu dovresti saperlo meglio di chiunque altro” risponde la Huerta.
“Perché accettasti di lavorare per quel bastardo a Hispaniola?”
“E tu perché partisti per il Nuovo Mondo in cerca di una leggenda?”
“Per evitare una condanna a morte”.
“Ti sei risposto da solo” conclude Lucrecia con un sorriso amaro.
“Ti consiglio di stendermi al primo colpo, puzzolente cabròn, perché se mi spari e non mi ammazzi non hai capito niente di me… niente!”
“Se quei bastardi la ammazzassero, divideresti con me la più terribile vendetta mai vista al mondo? Uccideresti per me?”
Lucrecia fissa il vuoto per qualche istante. Soffre perché la sua reputazione di assassina non la lascerà mai, come una seconda pelle, sia se si batterà per il bene che per il male, ma chi meglio di lei potrebbe comprendere un sentimento di vendetta con radici così profonde da generare una pianta secolare e insaziabile?
“Sarò il tuo angelo della morte, Francisco” dice, toccandogli il dorso della mano.
“Non credo che sia il luogo e il momento adatto di fare conversazione, dottore”.
“Bisogna stendere immediatamente i due arcieri sulle torri prima dell’attacco dei Muisca e dei miei giannizzeri. Riesci a colpirli da qui con il tuo fantastico longbow, Lucrecia?” domanda Piri Reis.
“Considerali già morti” risponde lei, ricevendo dalle mani di Radu un arco lungo inglese e un paio di frecce dalla punta molto acuminata.
“Non te l’ho mai visto usare” commenta Francisco, affascinato dall’arma.
“Sei stato fortunato” risponde la Huerta con gli occhi fissi sul bersaglio.
“… Sombra ti ha insegnato tanto… ma non tutto ciò che conosce”.
“Come potrò spuntarla?” chiede Jana, fissandola intensamente.
“Dovrai fare solo due cose, la prima difficile e la seconda facile” risponde Lucrecia, ricambiando lo sguardo con espressione quasi da sorella maggiore.
“Qual è la cosa difficile?”
“Sorprenderlo con una mossa inattesa che lui non può aspettarsi da te”.
“Quale mossa?”
“Dovrai deciderlo tu, Jana, tra quelle che imparerai nei prossimi giorni… riprendiamo l’addestramento?” chiede Lucrecia, alzandosi dopo un grosso sospiro. Jana, imitandola, domanda:
“Non mi hai ancora detto qual è la seconda cosa da fare, quella facile”.
“Ammazzalo senza pietà, prima che gli passi lo stupore!” risponde, consegnandole la spada di legno da addestramento. Jana, improvvisamente sollevata, dice:
“Sono pronta a imparare le tue mosse”.
“Sono pronta anch’io, ma… Sombra non è l’unico artista della guerra a non svelare tutti i suoi segreti agli allievi” risponde Lucrecia con un sorriso lieve ed enigmatico all’angolo della bocca.
Lucrecia e… l’amore?
“Quindi tu, quella notte, non pensavi che poi noi due…”
“Ah! No, Alberto. Tu non sei adatto a essere il compagno di un’assassina e io non sono adatta a essere la tua infermiera. Molto meglio essere amici, non credi?”
“Non vorresti trovare un amore vero nella tua vita?”
“Mi stai facendo una proposta di matrimonio o hai ripreso ad analizzarmi come una tua malata? Nessun uomo sano di mente sposerebbe me!”
“Volevo dirti che sei molto migliore di quello che sembri. Mi dispiace per tutto il male che hai ricevuto… davvero”.
Lucrecia, sistemandogli il ciuffo dei capelli con le dita, risponde:
“Sai una cosa, Francisco de Mendoza? Io ti credo… Jana aveva ragione”.
“Su cosa?”
“Sul fatto che sei unico… non è da tutti rivedere le proprie convinzioni”. Lo bacia sulla fronte e si allontana a contemplare le vette innevate in silenzio.
Lucrecia e la battaglia. Sicuramente non si farà trovare impreparata…
“Loro sono le figlie di Viracocha, le sacre guardiane di Macchu Picchu all’epoca lontana della sua fondazione ad opera degli Dei delle stelle”.
“Hanno tutte le fortune! – ironizza Lucrecia – Potrei arruolarmi con loro”.
“Ma tu sei una grande e coraggiosa guerriera, nella tua terra non ti considerano una figlia di Viracocha?”
“No, nella mia terra mi considerano al massimo una figlia di puttana!”
“Si direbbe che ci sia stata una lotta su questo terreno, ma senza spargimento di sangue. Le orme sono di due donne, forse tre, e di un uomo”.
“Cosa ne deduci?” le domanda Francisco.
“Se l’uomo era il chasqui di questa stazione, le gentili signore sono a caccia di uccelli, amici miei, e non sto parlando dei condor delle Ande!”
“Quando vuoi che un idiota arrogante non faccia una cosa, basta chiedergli di farla o viceversa. Funziona sempre, credimi”
“Domani si deciderà il nostro destino, come fai a essere così calma?”
“Di cosa dovrei avere paura, predicatore? Nella mia vita ho sopportato cose ben peggiori di questa e poi… finché c’è vita c’è speranza. Ti consiglio di dormire per ritemprare le forze. Domani… domani è un altro giorno”.
“In effetti, ora che ci penso, la setta degli assassini conosce i nomi dei cento migliori combattenti di Oriente, Occidente e persino delle colonie”.
Vedendo Sombra gongolare di soddisfazione, Lucrecia aggiunge:
“Eppure… Non ricordo di avere letto il tuo nome in quella lista. Ora che ci penso, non è mai stato trascritto. Evidentemente i banditi da strada, i grassatori e i ladri di vacche e galline non sono abbastanza considerati”.
“Quando si uccide si uccide, non si parla!”
“Non ho fatto niente di peggio di ciò che mi ha reso tristemente nota nei due mondi, ma stavolta per uno scopo sacrosanto”
La fine di un’avventura e… un nuovo inizio.
“Volevo dirti che un tempo ti disprezzavo e temevo e ora… sono fiero di te”.
“Grazie” risponde lei, simulando il gesto di allontanare una mosca dagli occhi.
“Ma hai gli occhi lucidi! Tu, Lucrecia Huerta, stai forse piang…?”
“Francisco de Mendoza, o te ne vai immediatamente di qui o stavolta, quanto è vero Iddio, ti ammazzo sul serio, ti è chiaro?” tuona Lucrecia, afferrandogli il colletto della camicia.
“Posso almeno salutarti?” chiede Francisco, allargando le braccia.
“Fai in fretta, ma poi levati dai piedi… Voglio stare sola”.
“Adiòs, Lucrecia, abbi cura di te!” sussurra, stringendola forte a sé.
“Arrivederci, mio miglior nemico. Se avete bisogno di me, scrivetemi. Conosci i miei due indirizzi a Cuba e in Spagna” risponde lei, ricambiando infine l’abbraccio. Sentendo il cuore battere più velocemente, si stacca di istinto dopo un istante.
“Nemico? Io credevo che ormai tu e io fossimo…”
Lei lo zittisce con una carezza sul viso, fissandolo con i suoi grandi occhi tristi:
“Hai già tanti amici… lasciami un piccolo posto esclusivo nel tuo cuore. Ora vattene o non risponderò più delle mie azioni”
Provate a indovinare…
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